TIME TO CARE è il progetto educativo della nostra scuola per l’anno scolastico 2020-2021: il tempo ci viene dato per prenderci cura gli uni degli altri e noi vogliamo imparare a prenderci cura del nostro tempo.
Gli adulti fanno riferimento costantemente al concetto di tempo nell’arco di una giornata, con molte sfumature e declinazioni, illudendosi di essere sufficientemente chiari nel parlare con il proprio interlocutore: “torno tra poco”, “cinque minuti e si torna a casa”, “il prossimo week end andiamo al mare”, “dopo preparo da mangiare”, “che tempo fa?”, “oggi che giorno è?”.
Ma se chi ascolta è un bambino in età prescolare, quest’ultimo si ritrova a confrontarsi con una serie di parole e frasi di cui, invece, non riesce a comprendere il significato, perché il tempo si rifà ad un concetto puramente astratto. I bambini fino ai 6 anni percepiscono lo scorrere del tempo, l’organizzazione della giornata, hanno in mente episodi singoli, situazioni specifiche, ma non riescono a comprendere la durata del tempo perché necessitano di ragionare sulla concretezza e tangibilità delle cose. I bambini vivono il presente, il qui ed ora e non possono ragionare su ipotesi, previsioni o progetti futuri. Per loro il mondo è quello che si vive e si fa in quel preciso istante.
Queste premesse servono agli adulti per poter abbassare le aspettative nei confronti dei bambini di questa fascia d’età con l’obiettivo di arginare il più possibile fastidi e nervosismi dettati semplicemente da un disallineamento di comprensione. E ai bambini per avere un punto di partenza per allenarsi e familiarizzare con la percezione adulta del tempo.
Mettersi nei panni dell’altro è sempre la carta vincente, ma ci sono anche molte altre azioni che possono aiutare adulti e bambini a trovare un punto d’incontro. La routine è fondamentale per i bambini perché prevedibile, sicura, controllabile, pensabile e riesce a dare dei confini, dei paletti, all’astrazione del tempo. Quando parliamo ai bambini è costruttivo rifarsi a questi momenti fissi: “appena finiamo la pappa, andiamo in bagno”, “quando finisci il riposino possiamo andare al parco”.